Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York

27.4.15

Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Come ben sapete New York can wait... è un agglomerato di passioni. Non si limita ad essere solo un beauty blog, ma rispecchia il mio vivere, i miei interessi, ecco perchè spesso alla bellezza affianco tecnologia e lifestyle. Una delle mie passioni, non da intenditrice ma da amante della bellezza, è il design.
Spesso mi ritrovo ad amare un pezzo di design che per chi mi sta accanto è solo un pezzo di metallo, riesco ad immergermi nella novità, nella passione e nella testa di chi lo ha progettato, cercando di capire il lavoro che c'è dietro un singolo oggetto, la ricerca dei materiali, lo studio della progettazione, la capacità di realizzazione.
Ecco perchè quando ho conosciuto Fabrizio Susi sono stata attirata dalla sua storia e dalla sua passione.

Fabrizio Susi nasce come architetto ma viene catapultato senza volerlo nel mondo del design, come una passione che nasce da dentro e si fa largo da sola.
Dopo aver lavorato come architetto presso uno studio, apre il suo Microstudio ed è proprio lì che il lato del designer esplode. Pensare e disegnare oggetti diventa un passatempo per rilassarsi nei tempi morti e così piano piano ogni volta che deve acquistare un pezzo di design per la casa, prima guarda cosa passa il mercato e poi disegna quello che gli piacerebbe avere in casa. Nel frattempo nasce il servo muto Ambrogio e alcune immagini del progetto finiscono sulla scrivania di una ditta appena nata che vuole realizzare articoli di design e così Microstudio disegna Lello il portaombrello e la collezione di cornici portafoto ZoO che vengono presentate al MACEF di Milano nel 2010. Le cornici e il portaombrello sono realizzati in acciaio tagliato al laser e verniciato e così Fabrizio impara a conoscere questo materiale le relative lavorazioni, sulla base di questa esperienza sviluppa altre idee.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Portachiavi Icon
Dietro un nome però c'è una storia, Microstudio ha trovato una sede, davvero micro, meno di 9 metri quadri con pareti sghembe difficilissime da arredare se non ricorrendo a costosi mobili su misura che al momento non poteva permettersi. Ma Fabrizio aveva sentito dire che nella sua zona c'era una ditta che produceva il cartone a nido d'ape, una particolare lavorazione che rende il cartone molto resistente e allora pensa di utilizzarlo per realizzare i piani di lavoro su misura che arrederanno il suo spazio. Sì ma il cartone e delicato e si rovina e quindi pensa anche degli stickers adesivi con una grafica da attaccarci su e così con un colpo solo risolve il problema dell'arredo spendendo poco, conosce un nuovo materiale e nasce un nuovo prodotto, la scrivania Desker.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Porta auricolari Guffietto

Prodotti nati più per necessità che per esigenza lavorativa, come quando Fabrizio partecipa con un suo stand ad una fiera di giovani designers esponendo Lello, le cornici e la lavagnetta Wall (fresca fresca di finale di un concorso internazionale e in trattativa per essere prodotta da una ditta Olandese), ma tre oggetti sono pochi e così tira fuori i vecchi progetti e decide di farne produrre alcuni, tra cui Ambrogio, il portachiavi Icon, la scrivania Desker e una poltrona e una sedia in cartone, perchè tre giorni in uno stand sono duri se non hai da sederti.
Lo stand è progettato, gli oggetti ci sono ed è quasi tutto pronto però nascono due problemi, manca una lampada, un elemento verticale che illumini lo stand e secondo problema non indifferente, non trova nessuno disposto a verniciare le cornici e il portachiavi.
Per la lampada ancora una volta interviene in aiuto una cosa che Fabrizio aveva sentito dire, e cioè che in zona c'è qualcuno che lavora il polistirolo e riesce a dargli un effetto al tatto paragonabile al cemento. Il materiale per la struttura c'è, adesso manca la luce e a Fabrizio torna in mente un oggetto che aveva visto tante volte nei centri commerciali di bricolage: lo stick neon, quello che almeno una volta nella vita tutti hanno pensato di usare come spada laser di Star Wars e che adesso tornava utile senza dover fare collegamenti elettrici. Nasce così la lampada Grazia.
Rimane sempre il problema della verniciatura e in questo momento della storia entra in scena un personaggio che poi si rivelerà importante per il futuro, Claudio.
Claudio Pierfederici è un amico ex coinquilino storico, architetto anche lui e soprattutto un tuttofare e non appena sente che c'è bisogno di verniciare prende il treno e armato di bombolette spray vernicia tutto e si propone di accompagnare Fabrizio durante i tre giorni di esposizione. Intanto un altro amico di Fabrizio, tutt'altro che interessato al design si offre di fare da autista per passare un week end tra amici, e così si compone un'inedita armata brancaleone.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Portachiavi Icon
Durante i tre giorni dell'esposizione Microstudio riscuote un discreto successo, vende molti degli oggetti che aveva in esposizione e Fabrizio scopre un mondo che un architetto ignorava esistesse: l'autoproduzione, cioè designers che investono sui propri prodotti facendo realizzare piccole serie da vendere attraverso canali tradizionali e non.
E da una battuta sull'autoproduzione degli articoli che hanno riscosso successo alla fiera, nasce il germoglio di una pianta che nascerà da lì a pochi mesi. Infatti dopo qualche mese Microstudio aveva già prodotto la prima campionatura di portaombrelli, cornici e portachiavi. E, cosa non trascurabile, da un componente si passava a due, adesso anche Claudio Pierfederici faceva parte di Microstudio.
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Microstudio - Porta auricolari Guffietto
Come si sa in un team c'è bisogno di chi gestisce le relazioni con i clienti, ma Fabrizio e Claudio si rendono conto che non riescono a stabilire la giusta empatia con il negoziante, ci vorrebbe una persona capace di trasmettere tutto l'entusiasmo di questa nuova impresa. L'incontro con Stefania Rendine, una vecchia conoscente anche lei architetto, sarà necessario per completare il team. Incuriosita chiede di vedere gli articoli e i progetti in cantiere. Stefania è una persona che con il suo modo di fare riesce a convincere sempre tutti e dopo aver compreso bene il progetto di Microstudio ne rimane affascinata e si propone come portavoce di Microstudio, da ora in poi sarà lei che porterà ordini e commesse a Microstudio che così assume la configurazione attuale.

Il team è nato, tre ragazzi giovani, preparati e pieni di speranze per il futuro si mettono al lavoro e uniscono le loro conoscenze per creare articoli utilizzando tanti materiali diversi. Metallo, legno, polistirolo, cartone e plexiglass vengono lavorati tra le mani di questi giovanissimi architetti/designer.
Si aggiungono piccoli gadget simpatici e utili, come la collezione natalizia o Guffietto, il simpatico gufo per avvolgere gli auricolari.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Porta auricolari Guffietto
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Porta auricolari Guffietto
Lavori che li fanno notare anche dall'altra parte del mondo.
Una mattina, durante la colazione al bar, Microstudio riceve una email, un progetto per un marchio misterioso. Titubanti dalla veridicità dell'email, chiedono subito maggiori dettagli e un contatto video.
Il nome del marchio restava ancora misterioso ma qualcuno a New York aveva notato il loro portachiavi Icon e volevano che inventassero un gadget per un evento esclusivo, l’unico vincolo era il materiale da utilizzare e l'interazione degli invitati con il gadget. Insomma una realtà ancora a ignota stava scommettendo su un piccolo studio sconosciuto per avere un gadget che doveva stupire i 250 esclusivi invitati.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Portachiavi Icon
Finalmente il brand si scopre, era Ray Ban e dopo un pò di riflessioni Microstudio arriva alla definizione di quello che poi sarà il Diorama district 1937, un foglio di acciaio satinato a mano con incise una serie di figure rappresentanti il quartiere della moda dove si teneva l’evento, alcuni immagini evocative di New York e alcuni richiami a Ray Ban. Ogni invitato riceveva il foglio d'acciaio e seguendo le istruzioni iniziava a piegare le diverse sagome fino ad ottenere uno spaccato di New York in 3D. Inviano il prototipo per farlo revisionare e ricevono subito i loro complimenti, New York si avvicina!
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Diorama Ray Ban District 1937
Alle porte della Grande Mela una limousine li aspetta per dirigerli alla serata speciale che li affiancherà ad artisti di fama mondiale, ognuno dei quali famoso per lavorare con uno dei nuovi materiali che la Ray Ban stava usando per la nuova collezione di occhiali: Ian Berry per il jeans, Mark Evans per la pelle, Pat Dougherty per il titanio, Kayrock screenprinters per il velluto e Anne Lilly e Microstudio per l’acciaio. 
Vedersi passare accanto celebrità e dover spiegare loro il lavoro e vederli confusi e divertiti nel piegare il gadget riempie di gioia e inorgoglisce ancora di più Microstudio perchè Fabrizio, Claudio e Stefania sono gli unici artisti italiani scelti per lavorare per questo evento.
Microstudio Design: dallo studio di 9mq al viaggio a New York
Microstudio - Diorama Ray Ban District 1937
Insomma se per me ancora New York può aspettare, per Microstudio New York can't wait!

{Microstudio Design: SitoPortfolioShop}

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6 Commenti

  1. Amo questi tipi di post perchè oltre ad essere un futura studentessa di Design, sono sempre affascinata da realtà nuove e credo che mostrarle tramite il blog sia un bel modo di far girare talenti del genere :)
    I pezzi sono adorabili, soprattutto il portachiavi e il porta auricolari! *_*

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    1. Credo che far conoscere i giovani sia doveroso da parte di noi giovani. La loro storia mi ha rapita e ne ho voluto parlare subito!

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  2. Dai ma che bellissima storia dietro questo brand! Assolutamente fantastico e i loro progetti sono bellissimi poi :)
    Ti aspetto sul mio blog, è online un nuovo post :)

    Chiara | Vogue at Breakfast

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    1. La loro storia mi ha rapito subito, non potevo non parlarvene :D

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  3. Io sono al quarto anno di architettura e devo dire che a volte mi ritrovo ad essere scoraggiata nel vedere quello che mi circonda. E' bello notare come dei ragazzi riescano a conquistare dei bellissimi traguardi con le proprie forze :)
    Non conoscevo Microstudio, ho sbirciato il loro portfolio online e l'ho trovato interessantissimo, sono davvero bravi!

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    1. Mi fa piacere averti fatto conoscere dei "colleghi"

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Posted by New York can wait on Giovedì 29 ottobre 2015
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