Be social.

12.4.13

Una volta c'erano i messaggini.
Prima ancora le telefonate.
Nell'era dei dinosauri ci si parlava vis-à-vis.
L'era della comunicazione cammina come le lancette di un orologio, uno di quelli analogici of course.

Ricordo quando con le compagne di scuola ci si dava appuntamento al telefono alle 16, dopo Non è la Rai o, più di recente, Uomini e Donne. Sentirci qualche ora dopo aver lasciato i banchi di scuola e avere ancora mille cose da dirci. Bisognava discutere di cose serie. Bisognava approfondire e analizzare tematiche che, tra una lezione e l'altra, non avevamo approfondito.
Parlare della tipa antipatica ai distributori della scuola, del nuovo taglio alla Di Caprio del bello della classe accanto, dello shopping appena fatto. Cose di estrema importanza!
Avevamo a disposizione solo quel telefono. Un telefono fisso con un filo così fastidioso che, quando tua madre ti si piazzava davanti perchè doveva sentire la tua telefonata o solo per farti un dispetto, eri costretta ad abbandonare quelle tematiche scottanti per parlare solamente di televisione, musica e capelli.
Con le prime cotte, poi, non si poteva disporre di conversazioni telefoniche, bisognava aspettare che il ragazzino di turno ti faceva "le poste" sotto casa. Te lo vedevi girare avanti e indietro con il motorino, guardando verso la finestra della tua camera. Riconoscevi persino il rumore del motore.
Cose che ai giorni d'oggi avremmo potuto denunciarlo per stalking.
Le più "fortunate", poi, avevano l'adulto, quello che già aveva la patente o aveva un'amico con la patente. Quei tipi lì, li potevi riconoscere dal classico "Un angelo non è" di Eros Ramazzotti.
I primi versi di quella canzone te li sentivi giorno e notte, tra i clacson di un tardo pomeriggio e il rombo di un vecchio Scarabeo.
Lei fra poco arriverà / è il momento che aspettavo io da un'eternità / 
non riesco ancora a crederci da me lei verrà / me l'ha detto sorridendo un'ora fa. 
Quando sentivi quelle frasi facevi il sorriso ebete di quella che credeva ai fiori sulla tavola che fanno più allegria. Come se il tipo coi capelli con la riga in mezzo alla Di Caprio potesse essere in grado di preparare una bella tavola con fiori di Lillà e magari con una tovaglietta in pizzo macramé.

Ma noi ci credavamo. Credavamo in Eros. Credavamo in "Una canzone d'amore" degli 883.
Credavamo a quei 160 caratteri sullo schermo in bianco e nero del nostro telefonino.

Si scriveva velocemente su quei piccoli bottoni delle tastiere, accorciando le parole all'inverosimile per non sprecare nemmeno uno in più di quei 160 caratteri.
Quando la memoria della SIM era piena, poi, ricordo che passavamo giornate intere a riscriverci i messaggini più belli, quelli più emozionanti, su un quadernino. Per non perdere nemmeno uno di quei sorrisi ebeti.
Non avevamo altro a disposizione che un telefonino, un diario cartaceo e il gettone per il telefono alla cabina telefonica.
Oggi il telefonino è diventato uno smartphone, il diario è un blog e il gettone è Whatsapp.
Siamo perennemente connessi con il prossimo.
Siamo social.

Whatsapp ha cambiato radicalmente l'uso del telefonino. Niente più 160 caratteri, niente più "l'avrà ricevuto?", niente più "chissà che starà facendo...". E' tutto visibile. Tutto lì a portata di mano.
Quell' "ultima visita" è il colpo al cuore che le donne di oggi rischiano di avere.
"Online" la parola magica per farti battere il cuore.
Passi il tempo ad aprire e chiudere una stupida applicazione soltanto per stalkerare il prossimo.
Un pò come il ragazzo che ti fa le poste sotto la finestra.

Niente più "ohhh è la decima volta che passa...".
Niente più "mi ha dedicato una canzone...".
Oggi si va avanti chiedendo il contatto Facebook o il numero per Whatsapp.
Si fanno dediche con Youtube e ci si tagga sulle foto.

Se prima contavamo i minuti che ci separavano dall'invio alla risposta ad un messaggino, ora non serve neanche più aspettare.
Se non risponde, non vuole rispondere.
Love.
A.

Ricordo a tutti di partecipare al Giveaway in corso. 
Leggi il regolamento sul post e buona fortuna a tutti ♥ 


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14 Commenti

  1. Sei un mito! Mi ha fatto ricordare tante cose, emozioni che le nuove generazioni non proveranno mai...o forse si?
    Smack

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    Risposte
    1. Non credo. Magari le emozioni ci saranno per altre cose, oggi siamo troppo social.
      Un bacione
      A.

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  2. che ricordi che hai riportato a galla Ale! ti dirò, che per quanto sia ormai dipendente dalle nuove tecnologie, forse era più bello e più magico a quei tempi!

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    Risposte
    1. Lo dici a me? Vivo h24 con pc e smartphone, sempre su internet, social network e whatsapp...eppure vorrei ritornare anche solo per un giorno a quei tempi.
      Un bacio
      A.

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  3. Eh si, tante cose belle che ora si possono rivedere nei film di anni fa!!!
    Inizio a seguirti mi piace molto il tuo blog!

    Life Behind a Lens©

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  4. che bello leggerti! Adoro questi tuoi post!
    Sul mio blog c'è un premio virtuale per te http://robsatwork.blogspot.it/2013/04/papillon.html

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  5. ma lo sai che scrivi benissimo??? :)
    ti seguo :)
    www.fashionandelicious.blogspot.it

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  6. Questo post merita un premio "Nostalgia"! Nel bene e nel male, nella scomodità della mancanza delle facilitazioni odierne, certe emozioni le ragazzine nate già con il telefonino in mano non le proveranno (:

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  7. Questo post merita un premio "Nostalgia"! Nel bene e nel male, nella scomodità della mancanza delle facilitazioni odierne, certe emozioni le ragazzine nate già con il telefonino in mano non le proveranno (:

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Alessandra F.
sono una trentenne in formato pocket con 150cm che mi hanno permesso di fingermi "bimba" fino ai 14 anni...e forse lo faccio anche ora.
Vivo a Reggio Calabria, una città in cui sono circondata da Hogan e borse Piero Guidi. Io mi limito a comprare da Zara Kids. Lo smartphone è il prolungamento della mia mano e Instagram è l'album fotografico della mia vita solo perchè provvisto di filtri antiocchiaie. Potrei dire di essere una geek girl, ma ve lo confermerò quando ne capirò il significato.
Sono social sul web ma antisocial off line. Mi basta Twitter.
Alterno deliri rosa cipria e anelli con teschi.
Ah, sono scemissima, ma sono brava a nasconderlo.
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Posted by New York can wait on Giovedì 29 ottobre 2015
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